Sembra che le origini della produzione artistica di ceramiche e di terrecotte nella Val d'Orcia siano da far risalire ai tempi degli etruschi e numerosi sono i ritrovamenti di antichi manufatti in tutta l'area. Dal periodo romano e fino al duecento si attesta un aumento della produzione di terrecotte prodotte in serie, con motivi standardizzati, in particolare vasellame e recipienti monocromatici di colore rosso-arancio. L’industria della terracotta è favorita dalla grande abbondanza di materia prima ovvero l'argilla, che caratterizza ancora oggi il territorio senese con le famose e scenografiche “crete”.
L’argilla locale ha caratteristiche specifiche fisico-chimiche (contenente galestro e ossido di ferro) che risultano adatte alla produzione di contenitori da liquidi caratterizzati da un'alta resistenza meccanica e importante è anche la presenza di folti boschi per rifornire di combustibile le fornaci. La crescente importanza dell'olivicoltura e la favorevole posizione geografica dell'area, posta nella rete viaria di collegamento tra Firenze, Arezzo e Siena, determinarono la crescente necessità di produrre contenitori destinati allo stoccaggio di olio, vino ed altre derrate alimentari. A partire dal 1200 si diffonde l'utilizzo di tecniche innovative, come l'utilizzo di tinte minerali che determinano una vera e propria esplosione di colori su brocche, orci e vasi, con sfumature che vanno dal nero, al viola scuro, al bianco, al rosso e al marrone scuro. A partire dal Quattrocento cambia anche il gusto figurativo, con la creazione di disegni complessi e raffinati, mentre le tinte che si impongono sono il bianco e l'azzurro: le gocce blu su fondo bianco diventano la bicromia preferita, che segnerà per sempre il tratto distintivo delle maioliche locali, mentre si diffonde la tecnica dell'ingobbio, consistente nel rivestire il manufatto (già sottoposto ad una prima cottura) con argilla liquida addizionata di ossidi minerali, applicandola prima del processo di smaltatura. Nella Val d'Orcia e nel territorio senese, una delle più rinomate manifatture, risalente al XVII° secolo, è quella dei Chigi Zondadari di San Quirico d'Orcia, promossa dal cardinale Flavio Chigi ed in seguito dal nipote Buonaventura, della cui ricca produzione ceramica, in particolare quella destinata alle farmacie ed alle spezierie, rimane una splendida collezione nell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. La maggior parte della produzione fu destinata tuttavia all’uso esclusivo della famiglia, non solo privato ma anche per donarne esemplari di pregio a personaggi di alto rango. I bellissimi vasi dalla foggia complessa, i piatti istoriati con scene mitologiche o bibliche prodotti a San Quirico si trovano oggi esposti nei maggiori musei del mondo come il Museo del Louvre a Parigi, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Kunstgewerbemuseum di Berlino e in molte altre collezioni pubbliche e private.
La Val d'Orcia è un'ampia valle situata in Toscana, nella provincia di Siena, a nord ed est del monte Amiata e vicina al confine con l'Umbria. Attraversata dal fiume Orcia al centro, che le dà il nome, è caratterizzata da gradevoli panorami paesaggistici e da svariati centri di origine medievale come Pienza, Montalcino, San Quirico d’Orcia e molti altri piccoli centri. La valle è anche un importante parco, naturale, artistico e culturale, e dal 2 luglio 2004 è stato riconosciuto patrimonio mondiale dell'Umanità dall'UNESCO, per lo stato di conservazione eccellente del panorama, così come prodotto da un'intelligente opera di antropizzazione, il quale ha avuto una notevole influenza su molti artisti del Rinascimento.
La commissione ha così giustificato l'inserimento nella lista. Alla protezione dell'UNESCO si somma la protezione italiana come Area Naturale Protetta di Interesse Locale(ANPIL) “Val d'Orcia” dal 1999, su una superficie di 18.500 ettari. I comuni che costituiscono il Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d'Orcia sono i cinque comuni senesi di Castiglione d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani, San Quirico d'Orcia. Altri centri importanti sono frazioni dei sei comuni: Contignano, Monticchiello, Bagno Vignoni, Rocca d'Orcia, Campiglia d'Orcia, Bagni San Filippo, Vivo d'Orcia. Il territorio della Val D'Orcia è costituito principalmente da un paesaggio di tipo collinare con linee dolci, valli poco accentuate coperte da un ricco sistema vegetazionale. Il corso del fiume Orcia taglia di traverso la valle e ne esce attraverso una profonda spaccatura. La storia geologica inizia circa 5 milioni di anni fa, quando la zona cominciò a sollevarsi e, in seguito al ritirarsi del mare che aveva depositato sabbie e argille che caratterizzano lo strato superficiale delle valli, iniziano le azioni modellanti degli agenti atmosferici. Nelle ere successive l'attività di due vulcani, quello di Radicofani e dell'Amiata, va a sovrapporre alle rocce preesistenti uno strato di lava che, raffreddandosi, da vita a massi trachitici. L'elemento dominante del paesaggio è costituito da fenomeni di erosione, che, dove sono più attivi mettono in risalto il substrato argilloso di colore chiaro. A confine fra la Val d’Orcia e la Maremma si erge isolato e imponente il grande gruppo vulcanico del Monte Amiata. La sua massa di roccia trachitica è completamente ricoperta di boschi di abeti, faggi e castagni. Le acque purissime che fuoriescono dalle sue sorgenti alimentano acquedotti e freschi ruscelli Tutto il territorio è ricco di funghi e specie arboree e faunistiche protette come: Il “biotipo di Macchia mediterranea di Montelaccio e Scarcera” posto alle “gole dell’Orcia, dove finisce la Maremma e si inizia a salire verso l’Amiata.Il “ biotipo dell'Abetina Bianca” a Vivo d’Orcia che lo possiamo considerare una specie indigena del territorio dell’Amiata. La riserva naturale di Lucciola Bella posta nel cuore della Val d’Orcia aprotezione della fauna locale.La riserva naturale di Pigelleto sul Monte Amiata con i suoi boschi di abeti, carpini, aceri, gli olmi ecc. Tutti boschi antichissimi che secondo Tito Livio già gli Antichi Romani utilizzarono per costruire le navi delle Guerre Puniche. Le specie vegetali più diffuse sono oltre al leccio, la quercia comune, il cerro o la farnia, ma l'albero, che senz'altro rappresenta di più la zona è il cipresso che svetta sui crinali delle morbide colline o in lunghi romantici filari all’entrata di borghi, castelli e fattorie. Tassi,volpi, cinghiali, caprioli,istrici,faine,donnole insieme a gufi, barbagianni, civette, ma anche poiane,gheppi,picchio verde e muratore, sono parte della ricca fauna che abita il territorio. La presenza del lupo è invece segnalata nel Comune di Radicofani, dove la pastorizia è più diffusa. I Paesi e gli antichi Borghi della Val d’orcia sono terrazze naturali sulla Valle e dalle sue Torri e i suoi “poggi” si possono ammirare panorami che spaziano dagli Appennini fino al mar Tirreno.Le acque piovane che arrivano in profondità danno vita a tante purissime sorgenti e limpidi ruscelli, ma quelle che vengono a contatto con la residua attività vulcanica, riaffiorano come fumanti sorgenti termali con acque ricche di calcio, di zolfo e altri importanti minerali. Famose le Terme di Bagno Vignoni e le Terme di San Filippo che sono luoghi dove le calde acque termali sgorgano in ambienti sfruttati dall'uomo nel corso della storia per poterle utilizzare a scopi soprattutto benefici ma anche per attività economiche. Nella zona incontriamo vasche e piscine, opere di canalizzazione e mulini e, nell'area di San Filippo, i ritrovamenti di due necropoli romane testimoniano come il luogo fosse già frequentato nel I e II sec.d.C. Anche nel rinascimento il Macchiavelli nella "Mandragola" raccomandava di "… prendere bagni a San Filippo…" Storicamente crocevia di molte strade importanti, basti pensare alla Via Francigena e la Cassia, tutti questi borghi sono caratterizzati da una ricchezza architettonica e artistica che li rende unici e speciali immersi in paesaggi mozzafiato di raffinata bellezza.