Bomarzo e Civita di Bagnoregio
La magia del mito e la città che muore
Approfondimenti

Il Parco dei Mostri di Bomarzo
Bomarzo è un borgo in provincia di Viterbo, nel Lazio. E conosciuto come il Parco dei mostri e nasce dal progetto del principe Vicino Orsini e dal grande architetto Pirro Ligorio nel 1550. Chiamato dall' Orsini "Sacro Bosco" e dedicato alla moglie Giulia Farnese, questo esempio di "Manierismo italiano" venne ribattezzato "Parco dei Mostri" dalla voce popolare.
All'ingresso del parco, sormontato dallo stemma degli Orsini, si viene accolti dai versi incisi su due Sfingi che presentano ed elogiano ciò che il visitatore si appresta a vedere. Costituisce un esempio unico di parco che, nonostante il periodo in cui venne realizzato, non mantiene alcuna caratteristica dei giardini all’italiana. Al contrario, si alternano in maniera a prima vista casuale architetture insolite, sculture curiose che rappresentano figure di mostri, draghi, soggetti mitologici ed animali esotici. Alla morte di Orsini, nessuno si curò molto del parco e di ciò che custodiva, solo più recentemente grandissimi personaggi del calibro di Dalì e Goethe ne riconobbero l’eccezionalità e gli restituirono attenzione e fama. Il Parco si estende su una superficie di circa 3 ettari, in una foresta di conifere e latifoglie. Al suo interno si trovano le sculture in basalto, i famosi mostri, per le quali i turisti visitano il Bosco.L’attuale disposizione delle attrazioni nel Parco non è, salvo alcuni casi documentati, quello originario, ma risale alla seconda metà del XX secolo, quando la famiglia Bettini lo rilevò e lo rimise in uso. Non si conosce l’originario scopo con cui il parco è stato costruito, molte le ipotesi, la più probabile quella che vedrebbero il luogo come un “percorso iniziatico”. Inoltre, le misteriose sculture che si possono ammirare oggi sono solo alcune di quelle che originariamente popolavano il parco.Le molte sculture in piperino sono armoniosamente integrate nel lussureggiante paesaggio con grandi prati e viali alberati. Il parco è articolato su terrazze degradanti alla sommità delle quali sorge il Tempietto sormontato da una cupola che Vicino Orsini dedicò alla moglie Giulia. Gli incredibili scenari con la Lotta tra i Giganti, Proteo e Glauco, la Ninfa dormiente e il gruppo scultoreo composto da una Balena sormontata da una Tartaruga che a sua volta sorregge una Donna alata, simbolo del passaggio di purificazione, richiamarono l'attenzione di molti intellettuali del tempo per i loro aspetti simbolici e alchemici, intellettuali le cui epigrafi sono sparse per il parco. Fra Orsi giganti, Sirene, figure mitologiche come Ercole e Caco e il Cerbero,il cane infernale con tre teste, e fontane come quella sormontata da un Pegaso o quella alimentata da due Delfini, si trova la nicchia con la cosiddetta "Panca Etrusca" sul fondo della quale vi è un'altra iscrizione con un'esposizione in versi di quanto il "Sacro Bosco" offre ai visitatori. Tra le attrazioni più insolite e stupefacenti c’è la casetta pendente:un piccolo edificio costruito su un masso inclinato e perciò volutamente pendente; la particolarità è che gli interni sono pendenti in senso opposto rispetto all’esterno, causando smarrimento in chi vi entra. Si ritiene che l’entrata del Bosco fosse esattamente di fronte alla Casa Pendente.Da qui si prosegue verso la piazza dei Vasi intorno ai quali si trovano lo Stregone, il Nettuno, il Drago assalito dai cani, l'Elefante da guerra, il Gigante dal Cavallo Alato . L’altra immagine con cui si ricorda questo luogo magico è quella dell’Orco:simbolo del parco stesso, è un grande faccione di pietra con la bocca spalancata che nasconde una camera scavata nel tufo dove le voci di coloro che vi entrano sono amplificate e distorte, creando un effetto spaventoso. Un luogo che va contro tutte le regole architettoniche, capace di affascinare e sorprendere il visitatore. Un Parco che è una esperienza ogni volta diversa e coinvolgente.